Ancora una volta l’alta cucina italiana è stata rappresentata magnificamente all’esclusiva kermesse “East Fusion 2010” di Parigi dall’executive chef italiano Luigi Sforzellini, famoso e riconosciuto testimonial di firma prodotto internazionale, che ha conquistato la metropoli francese presentando nelle varie giornate della manifestazione la sua personale interpretazione dedicata alla nuova frontiera della “East Fusion”, con una magistrale rappresentazione culinaria plasmata nella ricercata fusione orientale posta in un intrigante ibrido di cucina italiana. Nella magica e teatral-storica location privata dell’Avenue Club Romary” a ridosso dell’esclusivo quartiere parigino dell’Abondy Byron Leevue lo chef italiano ha ricevuto grande acclamazione e successo dalla selezionata platea di professionisti e invitati presenti, che hanno visitato questa esclusiva manifestazione parigina. Si è sommariamente trattato di una rappresentazione di alta cucina con l’utilizzo in alchimia modulare di diversificati ingredienti e cibi orientali perfetti per dare forma a mix sorprendenti in antagonismo gastronomico modulare con pietanze tipicamente italiane. Entusiasmanti le diversificate assiette proposte contenenti le creazioni di firma gastronomica by Luigi Sforzellini, grande appassionato cultore, intenditore e degustatore delle varie cucine orientali. Tra le più interessanti pietanze proposte in un ibrido gustativo di sfida, menzioni speciali meritano i Wonton, la versione asiatica dei ravioli, posti a confronto in schema libero negli assaggi ai ravioli di zucca mantovani; il sushi, riso cotto al vapore, condito con aceto di riso, zucchero e sale, usato come base per varie farciture, posto a confronto in schema libero negli assaggi al barley roll by Sforzellini, ottimi involtini di foglie di vite e orzo, con varie farciture e cotti al vapore; il Kimchi, un misto di cavolo, radici e altre verdure marinate nel sale, condite e fermentate con peperoncini rossi, aglio, cipolle zenzero e pesce posti a confronto in schema libero negli assaggi alla nostra caponata siciliana, servita tiepida con piccoli bocconcini di pesce bianco cotto al vapore in emulsione di erbe aromatiche; il Gochujang, salsa di fagioli di soia fermentati con peperoncini rossi e orzo o riso posti da Sforzellini a confronto in schema libero negli assaggi a una fumante zuppa di fagioli borlotti profumata con della striscioline di carne salada trentina; i Baozi, panini cotti al vapore, farciti o di cavolo o di tofu, o carne di maiale fritta posti a confronto in schema libero negli assaggi a della torta fritta parmense servita con il salame felino a fettine; i Takemoko, germogli di soia lessati o saltati in padella, dal gusto dolciastro e dalla consistenza croccante posti a confronto in schema libero negli assaggi a dei germogli di radicchio spadone trevisano, cotti alla griglia e serviti con una fonduta di formaggio di capra all’olio di acciuga; i Doufu, formaggio ottenuto dalla cagliata del latte di soia, dal colore bianco e compatto posto a confronto in schema libero negli assaggi al nostro taleggio lodigiano, sia servito in lamina freddo con insalatina di pere e nocciole, che servito fondente con fettine di lardo e briciole di castagne tostate. Si è trattato, come si può intendere di una magistrale rappresentazione culinaria, messa in atto e firmata da Sforzellini con professionalità e maniacale precisione tecnica. Ripercorrendo in una chiave personale di interpretazione inusuale il vivace contrasto tra le due tipologie di cucina, quella orientale e quella italiana; e riuscendo a donare nei vari assaggi similitudini di gusto e di sapore posti seppur con provocazione in un perfetto equilibrio gustativo. Creando un perfetto percorso modulare, firmato dalla forte impronta culinaria del carismatico chef italiano Luigi Sforzellini, che con questa sua proposta internazionale ha voluto mettere l’accento sulla potenzialità della gastronomia orientale, che negli ultimi tempi sta volendo ottenere un più forte riconoscimento internazionale; e per fare ciò deve farsi leggermente educare e plasmare dalle altre cucine, sia asiatiche che europee. Questo secondo Sforzellini, sarà il prezzo che la cucina orientale deve essere pronta a pagare per arrivare ad essere considerata in breve tempo; e a ragione, una planetaria espressione di cucina contemporanea. www.sforzelliniconsulting.it