Tutto quello che oggi ci circonda è frutto di studi, ricerche e più o meno complessi e interessanti processi produttivi, come quello che porta al compimento di piastrelle e lastre in cotto imprunetino. Cotto Impruneta svela l’articolato e affascinante percorso che sottende la realizzazione dei suoi rinomati pavimenti.
Il processo produttivo di un pavimento in cotto è estremamente articolato e molto più complesso di quanto non si pensi comunemente. Il punto di partenza è l’escavazione dell’argilla dalle cave adiacenti lo stabilimento, la sua essiccazione e successiva macinazione per ottenere una polvere dalla granulometria costante. L’impasto, ottenuto da una miscela tra argilla ed acqua al 15%, viene spinto nelle filiere (progettate e realizzate in base ai formati e al tipo di pavimento progettato), qui prende forma per estrusione la piastrella, che viene poi essiccata lentamente per accrescerne le qualità di resistenzafinale.
Le superfici così ottenute sono sottoposte a processi di finitura quali ad esempio l’arrotatura o la rusticatura. Questo passaggio consente di imprimere una maggiore o minore irregolarità superficiale al prodotto in base alla tipologia di pavimento che si vuole realizzare. A questo punto le piastrelle saranno sottoposte al ciclo di cottura che dura mediamente 72 ore in forni che arrivano ad una temperatura di circa 1000 °C. In questa fase si determina l’eccellente durevolezza e resistenza dei pavimenti in cotto di Cotto Impruneta.
Dopo il controllo qualità, le piastrelle vengono composte in bancali che vengono immersi in acqua per spegnere il carbonato di calcio di cui sono ricche, e successivamente vengono imballate e preparate per la spedizione al cantiere a cui sono destinate.