Dopo aver siglato un accordo nazionale con Centro Democratico, il presidente dell’Italia dei Diritti ha accettato la candidatura al Senato della Repubblica proprio nella regione dell’ex pm
Roma – Dopo aver annunciato, nel settembre scorso a Vasto, il sostegno del movimento Italia dei Diritti, da lui presieduto, al partito Italia dei Valori di Antonio Di Pietro, ma solo a precise condizioni, Antonello De Pierro fa sapere che la linea è cambiata ed è stato siglato un accordo con la neonata formazione Centro Democratico, che fa capo a Massimo Donadi, Nello Formisano e Bruno Tabacci. In seguito all’intesa raggiunta il leader dell’Italia dei Diritti è stato schierato in Molise per un seggio al Senato della Repubblica. E’ lo stesso De Pierro, che ha svolto per quattro anni l’attività di Capo Ufficio Stampa per la segreteria romana del partito dipietrista e ha fornito un notevole contributo a smascherare le condotte discutibili dell’ex pupillo del capo Vincenzo Maruccio, a svelare i retroscena della vicenda e a illustrare il percorso che ha condotto all’intesa raggiunta.
“Da anni, pur senza una presa di posizione netta e ufficiale – ha dichiarato il leader dell’Italia dei Diritti -, abbiamo propugnato le battaglie dell’Italia dei Valori, in quanto le ritenevamo molto vicine alle finalità socio-politiche del nostro movimento, sempre mantenendo comunque la nostra assoluta indipendenza e lasciando ad ogni dirigente la piena libertà di scelta in afferenza alla compagine politica a cui affidare il proprio consenso. E proprio in virtù di quest’affinità ideale, ci siamo recati l’estate scorsa a Montenero di Bisaccia, a un party a casa di Di Pietro per ribadire la nostra vicinanza e, successivamente, a Vasto, quando ormai soffiavano i venti avversi e incombevano le grigie nubi del declino, dove abbiamo lanciato la nostra ciambella di salvataggio per risollevare le sorti del partito, sia in virtù del nostro serbatoio di consensi puliti e spontanei, sia tramite l’impiego delle nostre risorse all’avanguardia nel campo della comunicazione. Nell’occasione abbiamo dettato comunque le nostre condizioni, che non erano cose dell’altro mondo, bensì le più naturali esigenze di chi ha scelto di fare politica per il bene dei corpi collettivi: l’allontanamento delle mele marce e la presenza, subordinata naturalmente alla prima, di nostri rappresentanti nelle liste elettorali. L’appello non è stato purtroppo accolto da un partito, che ancorché propugnasse un’idea sana e assolutamente condivisibile, ha visto suonare il de profundis solo a causa di una gestione forse poco avveduta dei quadri dirigenti, alcuni dei quali, sfuggiti al controllo, hanno dato libero sfogo alla propria vocazione di spregiudicati affaristi, calpestando e mortificando il sacrosanto principio dell’impegno politico a favore della collettività. Rivendico orgogliosamente di aver dato il mio personale contributo per far emergere alcune di queste riprovevoli espressioni comportamentali che, al di là dei risvolti riconducibili a fattispecie con integrazioni penalmente rilevanti, che di certo non sta a noi giudicare, implicano congiunture che impongono un lapalissiano problema etico, dal quale in politica, a nostro avviso, non si può prescindere, ritenendo che l’etica debba rappresentare la quintessenza della politica stessa”.
Poi il numero uno dell’Italia dei Diritti, che raffigura l’emblema della lotta alla corruzione, in particolar modo quella capitolina, con le sue numerose battaglie e manifestazioni di protesta, è passato a spiegare le motivazioni della scelta di Centro Democratico: “Negli anni in cui, seppur senza una espressione preferenziale ufficiale, siamo stati in contatto con l’Italia dei Valori, abbiamo imparato ad apprezzare la grande professionalità e lo spessore politico, nonché la rettitudine morale, di Massimo Donadi e di Nello Formisano. Alla luce di questo, dopo il terremoto politico e giudiziario che ha investito l’Idv, la formazione Centro Democratico ci è apparsa come la nostra collocazione naturale, ci siamo sentiti a casa, e siamo stati accolti a braccia aperte. Tra l’altro, anche se la nostra storia si è sviluppata su percorsi differenti, nutriamo stima profonda per Bruno Tabacci. Siamo certi di poter apportare un utile contributo a livello nazionale nelle consultazioni elettorali imminenti, con l’auspicio che sia solo l’inizio di una sempre più proficua collaborazione, naturalmente nell’interesse supremo dei cittadini, imperativo costante del nostro impegno politico, che ci impone di orientare la nostra azione sempre verso le cellule più deboli del parenchima sociale”.