Dolci regionali: uno sguardo al Veneto

I dolci sono da sempre il tallone d’Achille di molti italiani e bisogna davvero ammettere che la nostra industria dolciaria è da sempre molto ricca di inventiva per quanto riguarda la produzione di dolci tipici.

Naturalmente i dolci tipici della festa per eccellenza, il Natale, e famosissimi in tutto il mondo, sono il pandoro ed il panettone, il primo di origini venete e l’altro nato ben settecento anni fa, in Lombardia. Dalla loro nascita, questi prodotti si sono evoluti e hanno aggiunto delle innovazioni ai tradizionali ingredienti, per farli incontrare con i gusti dei più giovani: i canditi, le goccia di cioccolato, le creme liquorose, quelle al limoncello e molto altro.

Oltre e questi dolci delle feste natalizia, ci sono molti dolci tipici veneti, siciliani e regionali che sono famosi nel mondo: la padovanissima torta Pazientina ad esempio, che ricorda vagamente il pandoro veronese- diffusa circa un secolo fa, con l’andare del tempo ha trovato il suo spazio nella tradizione culinaria veneta e copre una buona parte anche del mercato estero. Questa delizia è a base di zabaione aromatizzato al curaçao, una soffice pasta gialla e ricoperto di mandorle oppure, a piacere, di uno strato di scaglie di cioccolato fondente.

Altra delizia veneziana sono le Spumiglie, antico dolcetto veneziano, di grande semplicità e facilissima preparazione, oggi utilizzato soprattutto come guarnizione per altri dolci oppure come snack; decisamente più stagionale invece la ricetta della Pinza, altro dolce tipico del Veneto, che veniva realizzato con ingredienti semplici, poveri e facilmente reperibili dalle famiglie povere; in origine era il dolce che si realizzava per Natale, anche se poi si è iniziato a prepararlo in occasione dell’Epifania. Fino alla metà del XX secolo la si preparava con un impasto di farine di frumento e granturco, uva passita, fichi secchi, gherigli di noci, semi di finocchio e altri frutti secchi stagionali; attualmente è un dolce che non ha trovato il suo spazio nella grande industria dolciaria e si può assaggiare infatti solo in famiglia oppure in osterie tradizionali.

Veneta anche la ricetta degli Zaeti, dolcetti antichissimi, che vennero inventati proprio perché nelle famiglie povere abbondava la farina di mais gialla, che ne è l’ingrediente principale; l’aggiunta di zucchero, burro, uova, uvetta ne rendeva un ottimo, seppur povero, dessert.

Per il periodo di Carnevale invece, i dolci che rappresentano la tradizione veneta sono senza dubbio i Crostoli, le Frittelle e le Castagnole; i primi sono dei dolci che arrivano nelle montagne venete dalla Repubblica Serenissima e nel passato accompagnavano i momenti di festa delle comunità montanare; le frittelle veneziane invece sono dolci carnevaleschi diffusi in veneto sin dal Rinascimento e la ricetta originale sembra arrivi da Bartolomeo Scappi, cuoco del Papa Pio V. Nel ‘700 divenne “dolce nazionale dello Stato Veneto” e consiste in palline di impasto fatte friggere nell’olio bollente, a piacere includendovi uvetta, pinoli, oppure riempiendoli di crema; simili le castagnole che però hanno una consistenza piuttosto dura.

Terminato il carnevale, e con l’avvicinarsi della Pasqua, la cucina veneta prevede la colomba bianca oppure farcita, questo dolce a dire il vero, come il Panettone, è stato inventato a Milano – Pavia. Nella zone infatti si è diffusa la leggenda secondo cui infatti il santo irlandese San Colombano, ospite della regine Teodolinda, trasformò le pietanze del banchetto della regina in colombe di pane.

Serena Rigato
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