Gestione dei rifiuti: quali soluzioni possibili?- Seconda parte: la raccolta, il compostaggio, la raccolta differenziata, le discariche

Continuando il nostro viaggio nel mondo dei rifiuti e della loro possibile gestione, parliamo di termini oggi molto diffusi nell’uso quotidiano sui quali, tuttavia, non tutti possono avere le idee proprio chiare. Si prchè il sistema di gestione dei rifiuti si presenta come un processo abbastanza articolato che segue due vie completamente diverse nel caso in cui si opti per la raccolta indifferenziata e quella differenziata, sebbene ad alcuni “livelli” le due diverse vie possano incrociarsi. RACCOLTA RIFIUTI: Il ciclo naturale che scandisce la vita di tutti gli esseri viventi non prevede il concetto di rifiuto, visto che ciò che viene scartato o eliminato da un individuo può essere utilizzato da altri ed addirittura divenirne la risorsa. Al contrario le attività umane si fondano sul prelievo di materia prima ed energia dall’ambiente circostante per la produzione di beni di consumo, la cui utilizzazione produce dei rifiuti che poi vengono scaricati nell’ambiente stesso. Il rifiuto è quindi essenzialmente uno scarto che si deve imparare a gestire e a riutilizzare in quanto può trasformarsi in una nuova fonte di approvvigionamento. Il Decreto Ronchi del febbraio 1997 ha introdotto una interessante distinzione tra i rifiuti che precedentemente non esisteva. Oggi i rifiuti vengono classificati in: 1)RSU:Rifiuti Solidi Urbani 2)RS: Rifiuti Speciali 3)RP:Rifiuti Pericolosi Sino alla metà degli anni Sessanta, quando il problema della gestione dei rifiuti era diventato già preoccupante a causa dell’affermazione della società “usa e getta”, ci si limitava esclusivamente alla raccolta indifferenziata dei rifiuti e del loro deposito presso enorme discariche dove si tendeva a nascondere gli scarti noncuranti dell’inquinamento causato. COMPOSTAGGIO: Solo verso gli inizi degli anni Settanta cominciarono a fiorire delle iniziative volte al recupero dei materiali e al loro riciclaggio, sebbene in un primo tempo tali “strategie” non furono supportate da idonee basi scientifiche. Tra queste, numerose puntavano al compostaggio degli RSU indifferenziati, ma il compost che si otteneva era contaminato da sostanze nocive e da materiali non idonei, come plastica e vetro, che successivamente finirono con l’accumularsi nei terreni. Ma che cos’è il compostaggio? Il compostaggio è essenzialmente un insieme di tecniche che consente di riciclare rifiuti organici evitando che questi vengano scaricati nelle discariche. Il “compost”, quindi, è il risultato del processo di decomposizione naturale delle sostanze e l’impianto di compostaggio altro non fa che trasformare la parte umida dei rifiuti (come scarti di cucina, foglie, legno e derivati) in compost attraverso una accelerazione dei tempi di decomposizione naturale. E’ quindi “un processo aerobico di decomposizione biologica della sostanza organica che avviene in condizioni controllate (Keener,1993) che permette di ottenere un prodotto biologicamente stabile in cui la componente organica presenta un elevato grado di evoluzione”, il che lo rende adatto ai più svariati impieghi. Tuttavia, come è evidente, non tutti i rifiuti possono essere smaltiti con questa tecnica a causa della loro “natura”. RACCOLTA DIFFERENZIATA: A partire dagli anni Ottanta si cominciò a capire che un efficace recupero dei materiali era possibile solo attraverso una separazione “alla fonte” delle sostanze, sviluppando poi negli anni successivo un sistema di differenziata integrata, ovvero basata sulla separazione a livello domestico in frazione organica e frazione secca. Le frazioni organiche finiscono prevalentemente negli impianti di compostaggio, dove i compost di qualità vengono separati dagli scarti e quanto si è recuperato utilizzato soprattutto in agricoltura. I secondi, invece, finiscono nella linea di selezione del secco, dove gli scarti vengono eliminati mentre il secco pulito usato nei consorzi di riciclaggio o di rete pulita. La raccolta differenziata è quindi un processo di grande utilità perchè consente di produrre energia o beni, risolvendo allo stesso tempo il problema degli scarti. Tuttavia non si tratta di una soluzione “assoluta” e le difficoltà maggiori si riscontrano soprattutto per la raccolta differenziata dei rifiuti organici che, economicamente, non porta grandi vantaggi non eliminando inoltre il problema degli scarti che non si possono riutilizzare. DISCARICHE: Un sistema per smaltirli è quello del confinamento in discariche controllate, ovvero un’area di terreno appositamente attrezzata dove i rifiuti vengono sistemati in modo tale da attenuare al massimo i loro effetti negativi sull’ambiente e sulla salute umana. In quest’ottica si dovrebbe provvedere affinchè i rifiuti non inquinino le acque sotterranee e superficiali, non degradino il paesaggio, non siano fonti di polveri, rumori, cattivi odori, non sviluppino colonie di topi o insetti. Inoltre non si deve dimenticare che questi rifiuti possono ancora essere utili, visto che decomponendosi producono biogas, u gas combustibile che incanalato in un sistema di tubazione e depurato produce energia termica. Tuttavia la cronaca ci insegna purtroppo come di discariche di questo tipo ne esistano ben poco e come nella maggior parte dei casi le discariche sono soltanto degli immensi e nocivi depositi di rifiuti.

Ufficio Stampa Maia Design

per Chimicionline.it

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