Il Fantastico e la Meraviglia

Mercoledì 22 dicembre 2010 si inaugura alle ore 18.30 presso il teatro Tendastrisce, in Via Giorgio Perlasca 69 a Roma, la mostra Il Fantastico e la Meraviglia, esposizione collettiva degli artisti:

Anna Maria Basile, Araba, Giovanna Benigno, Enrico Bonetto, Matteo Costanzo, Alessandra De Sanctis, Maurizio Farina, Beppe Francesconi, Giusy Geraci, Carlo Grosso, Giuliano Iori e Patrizia Rampazzo, Michelino Iorizzo, Rachele Mari-Zanoli, Cristina Messora, Michelangelo Miani, Roberto Pagnani, Roberta Peverelli, Giuseppe Ravizzotti, Giuseppe Ribechi, Christian Riminucci, Maria Luisa Sabato, Andrea Scacciotti, Angela Scappaticci, Anna Maria Staccini, Ferdinando Sorbo, Maurizio Yorck, Ivano Zanetti, Elisa Zini, Andrea Zordan.

Con questa esposizione la galleria Tartaglia Arte e Soqquadro vogliono rendere omaggio al mondo del circo. L’esposizione infatti è programmata nel periodo in cui il teatro Tendastrisce ospita il Golden Circus.

All’interno dell’esposizione sarà esposta la mostra personale di Alberto Orfei dedicata alle Donne del Circo

Soqquadro & Tartaglia Arte
Presentano
Il Fantastico e la Meraviglia

DURATA: dal 22 dicembre 2010 al 9 gennaio 2011
INAUGURAZIONE: mercoledì 22 dicembre ore 18.30 – ingresso libero
ORARI: Giorni feriali, compreso Natale e Santo Stefano: dalle ore 16.00 e alle 22.30.
Domenica e giorno dell’Epifania: dalle ore 15.00 e alle 20.00.
Notte di Capodanno: Veglionissimo a partire dalle ore 21.30 alle ore 2.00
ingresso con il biglietto dello spettacolo
LUOGO: teatro Tendastrisce – via Giorgio Perlasca 69, Roma
CURATORI: Riccardo Tartaglia e Marina Zatta
INFO: tel. 06.4884234, cell. 333.7330045, 335.8418240
www.tartagliaarte.com [email protected]
www.soqquadro.eu [email protected]

“Molti anni dopo, davanti al plotone di esecuzione, il colonnello Aureliano Buendìa si sarebbe ricordato di quel remoto pomeriggio in cui suo padre lo aveva condotto a conoscere il ghiaccio”.

Questo è l’incipit del romanzo che valse il premio nobel a Gabriel Garcia Marquez, Cent’anni di Solitudine. Chi è il colonnello Buendia? Perché sta per morire? La suggestione di un ricordo d’infanzia magico, quasi fiabesco, fa da contrappunto alla disperazione della circostanza attuale. Spesso i ricordi della nostra infanzia giungono inaspettati a darci sollievo nelle circostanze dolorose o difficili della nostra vita adulta; non sempre questi ricordi sono vividi, a volte sono solo delle sensazioni di una vita spensierata, a volte invece sono ricordi precisi; a volte li abbiamo ritoccati col tempo fino a trasformarli, a volte sono lo specchio esatto della realtà di un avvenimento. In ogni caso, in ciascuno di noi c’è un bambino che ha sognato, fantasticato e si è meravigliato della scoperta del mondo circostante. Una tra le meraviglie più grandi della nostra infanzia è senza dubbio legata a quando i nostri genitori ci hanno portato al Circo per la prima volta. Così come il colonnello Aureliano Buendìa rimase tanto meravigliato dalla scoperta del ghiaccio da far riemergere quel ricordo molti anni dopo, davanti al plotone di esecuzione allo stesso modo le nostre meraviglie riemergono nei momenti più diversi della nostra vita. Il Circo, in quest’ottica, è la quintessenza delle Meraviglie: uomini che volano, tigri docili come agnelli, giocolieri, clown, lustrini e paillettes, animali esotici di ogni tipo, tutto questo agli occhi di un bambino non può che sembrare magia e imprimere nel suo immaginario il senso ultimo, globale, definitivo e sublime significato della parola FANTASTICO. Richiamandoci a quest’idea abbiamo chiesto agli artisti dell’Associazione Culturale Soqquadro e della galleria Tartaglia Arte di elaborare per questa mostra delle opere, realizzate appositamente, che siano la narrazione dei loro ricordi d’infanzia legati al Circo, delle atmosfere che aleggiano nel loro spirito dal giorno in cui, grazie alla maestria degli artisti circensi, hanno scoperto il significato della parola Fantastico attraverso lo sgorgare nell’anima della Meraviglia. Una narrazione emotiva, che non dovrà necessariamente essere rappresentativa sul piano figurativo, ma più profonda, una ricerca e una rappresentazione emozionale.

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