Cresce di ora in ora il disappunto, misto a rabbia, dei rivenditori di biciclette, dopo il blocco, in atto ormai da alcuni giorni, del sito internet che dovrebbe consentire loro lo svolgimento delle pratiche necessarie a ottenere i cosiddetti ecoincentivi.
Si tratta di un fondo di 8.750.000 euro, reso operativo dal Ministero dell’Ambiente a partire dal 22 aprile scorso, da erogare nel corso del 2009 ai cittadini che decideranno di acquistare una nuova bicicletta comprese le bici elettriche a pedalata assistita, senza obbligo di rottamazione.
Dopo una partenza alla grande, a quanto pare senza problemi di connessione e con tempi di inserimento pratiche piuttosto rapidi, all’improvviso la doccia fredda: il sistema è andato letteralmente “in tilt”, completamente bloccato da quasi una settimana, rendendo impossibile quindi procedere con le vendite.
Una situazione al limite dell’assurdo, protestano i rivenditori, che rischia di vanificare l’accordo firmato tra il Ministero dell’Ambiente e Confindustria Ancma per la diffusione di veicoli a basso impatto ambientale e che consente all’utente di risparmiare fino a 700 euro sull’acquisto di biciclette, ciclomotori e veicoli elettrici, grazie allo sconto del 30%.
”E’ andato tutto bene fino al 6 maggio scorso – afferma Franco Scattolon, rivenditore socio Bicigroup – fino a quando non hanno introdotto nell’elenco anche i marchi stranieri. Il sistema informatico utilizzato secondo me è modesto, estremamente lento, basti pensare che da giovedì scorso non sono più riuscito ad inserire una pratica. Stiamo subendo un grave danno, ho diverse bici già vendute ma non posso consegnarle al cliente finché la pratica è bloccata”.
Il malumore tra la categoria intanto cresce.
“E’ inutile, non si riesce a collegarsi al sito – spiega Andrea, il titolare di Jolly Bike di Altopascio. Dopo le prime pratiche inserite con successo ora va tutto a rilento. Si deve rimanere in stand-by senza considerare che la prima metà dei fondi è già esaurita. Se pensiamo che moltissimi rivenditori in Italia sono in attesa che il sistema si sblocchi per inserire le loro, è facile immaginare con che rapidità i fondi si esauriranno completamente”.
Qualcuno l’ha definita “una gran buffonata all’italiana”, qualcun altro azzarda l’ipotesi di chiedere i danni morali. A chi non si sa bene.
“Si rimpallano la responsabilità della situazione l’un con l’altro – incalza Franco, titolare di SalviBikeStore di Zogno (BG). Mi riferisco ad Ancma (Associazione Nazionale Ciclo Motociclo Accessori), Ministero dell’Ambiente e Unicredit”.
I rivenditori che aderiscono all’iniziativa, infatti, devono utilizzare per le transazioni ‘esclusivamente’ un conto di servizio del gruppo Unicredit, munito di speciale ‘chiavetta’ e di codice utente.
“Siamo stati avvisati letteralmente all’ultimo momento dell’arrivo di questi incentivi – continua Franco – e in più vengono a farli proprio nella stagione in cui notoriamente si vendono più biciclette. E’ un’assurdità. Senza contare che stiamo facendo una figuraccia anche a livello europeo”.
Un programma fatto partire un po’ troppo frettolosamente. “Non è possibile dar via a un’iniziativa di questo calibro – dice Massimo Calcaterra di DoctorBike di Boffalora sul Ticino – senza che tutti i produttori siano stati informati. Mi sembra un bel pasticcio all’italiana dove qualcuno ci guadagna. E poi non si esce con gli incentivi in questa stagione. Era più logico farli quando non si vende niente. Non era il momento giusto e non siamo stati adeguatamente supportati”.
Insomma una situazione dalle molte sfaccettature che può anche rivelarsi controproducente per i negozianti stessi.
“Dall’Ancma ci è venuta oggi l’indicazione di inserire le pratiche con fattura con data fino al 12 maggio – spiega Pietro, il titolare di Sport Bike di Noceto. Com’è possibile che il sito sia bloccato? Sono stati spesi centinaia di migliaia di euro e un sito statale non è in grado di supportare tutte le richieste? E’ pazzesco. Dopo circa una settimana dal via della campagna fondi si è cominciato a inserire anche i marchi stranieri e il tutto si è bloccato ancora di più. Lo scopo era e rimane quello di svuotare i magazzini delle aziende costruttrici che stavano fallendo…a danno dei negozianti”.
Sul sito di Bicigroup (http://bicigroup.ning.com) il Forum coi commenti dei soci rivenditori.