La comunicazione animale di Giuseppe Gendolavigna

Quattro criteri forniti da Tinbergen per affrontare questo dominio:
– L’azione dei meccanismi prossimi e specifici sottesi a un dato comportamento, emersi come effetto della pressione selettiva
– L’ ontogenesi di una determinata condotta emodello di comportamento in termini di sviluppo individuale
– La funzione adattativa di un comportamento o di una struttura in base ai suoi effetti sulla sopravvivenza individuale e sulla riproduzione della specie
– La storia filogenetica di un tratto o di un’attività in riferimento ai suoi passati ancestrali. Nello studio dell’evoluzione della comunicazione ci sono due errori possibili:
– Errore di omissione (non riconoscere nelle specie animali le capacità che
effettivamente possiedono per eccesso di prudenza e di conservatorismo)
– Errore di falsa attribuzione (attribuire alle specie animali capacità che invece appartengono solo alla specie umana per eccesso di assunzioni antropomorfiche)
Due punti di vista:
– Antropocentrismo : enfatizza le differenze tra i diversi sistemi di comunicazione, considera l’attività umana privilegiata avendo il linguaggio. Tipico degli studiosi che si servono degli esperimenti di laboratorio.
– Antropomorfismo :enfatizza le somiglianze nei diversi sistemi di comunicazione, rischia di attribuire alle specie animali competenze umane. Tipico degli studiosi che fanno studi sul campo.
Gli esseri umani possiedono un sistema di comunicazione che è qualitativamente differente da quello impiegato da altre specie animali. Occorre elaborare una filogenesi dei sistemi di comunicazione che faccia riferimento al linguaggio, alla psicologia comparata, alla neurobiologia, alla linguistica etc.
Le principali prospettive teoriche sulla comunicazione animale.
– Etologia tradizionale : Lorenz e Tinbergen -> Comunicazione animale come dispositivo fondamentale per la sopravvivenza della specie. I segnali comunicativi sono ritualizzati e guidati da meccanismi innati di attivazione.
Anni 70 : Etologia funzionale ->segnali ritualizzati come segnali di copertura per nascondere le reali motivazioni ed emozioni dell’ emittente al fine di massimizzare i benefici.
– Etologia cognitiva : anni 80-90 -> Premack : I primati non umani sono dotati diuna teoria della mente in grado di leggere la mente e di comprendere gli scopi di un altro organismo
– Etologia comportamentale : anni 70 -> I segnali comunicativi non sono destinati a mostrare, ma a nascondere le informazioni sugli scopi e servono a manipolare il destinatario. Vale il Principio dell’ handicap  I segnali onesti producono dei costi per l’emittente. I maschi con tratti esagerati sono più danneggiati nella selezione naturale ma favoriti nella selezione sessuale -> Contrasto fra selezione naturale e
sessuale.
– Approccio differenziale Ipotesi della discontinuità filogenetica tra comunicazione umana e quella di altre specie. Linguaggio = esclusiva dell’uomo. Chomsky Solo gli esseri umani possiedono l’ organo del linguaggio, frutto di una recente mutazione gentica non finalizzata in grado di generare qualsiasi frase grammaticale in qualsiasi lingua naturale (ipotesi della grammatica universale).
Lieberman Il tratto vocale sopralaringheale degli umani è fondamentalmente diverso da quello degli altri animali.
Bickerton In linea con Chomsky Ipotesi per l’ Homo Erectus di un
protolinguaggio simile al pidgin (linguaggio elementare) senza regole grammaticali: consentirebbe le rappresentazioni di secondo ordine.
Bara Nell’approccio differenziale, sostiene la discontinuità per il linguaggio e la continuità filogenetica per l’ extralinguistico.
Punto di vista di questo libro concezione evoluzionistica di Darwin rifiuto di ogni ottimismo evoluzionistico (miglioramento progressivo delle competenze psichiche e comunicative da una specie all’altra un base alla selezione naturale) e dell’ ipotesi della discontinuità filogenetica (ogni specie farebbe storia a sé). Piuttosto lo scopo è di:- Riconoscere la specificità comunicativa di ogni specie animale
– Riconoscere le somiglianze comunicative fra le diverse specie in termini sia di omologie (somiglianze dovute alla discendenza da un comune antenato) sia di omoplasie (somiglianze per evoluzione parallela o convergente delle varie funzioni comunicative in specie fra loro distanti).
La comunicazione animale come adattamento cognitivo e sociale.
La conoscenza del mondo fisico.Capacità cognitive dei primati:
– Ottima memoria (ricordare dov’è il cibo)
– Capacità di rappresentarsi gli spostamenti invisibili degli oggetti  possiedono una precisa mappa mentale del territorio per ricordare e fare previsioni – Possiedono una rappresentazione dell’ambiente
– Riescono a riconoscere l’eguaglianza di stimoli orientati in modo diverso nello spazio (invarianza di orientazione)
– Ottime capacità di categorizzazione degli oggetti facendo riferimento a indizi- Abili nel risolvere i problemi del diverso (individuare lo stimolo diverso da altri)
– Abili nel risolvere i problemi di inferenza transitiva e nell’ operare mentalmente secondo il principio della transitività associativa nel disporre qualcosa in un ordine
(es. crescente) Queste abilità si manifestano nella costruzione e impiego di strumenti. Soprattutto per gli scimpanzé.
Strumento = oggetto separato dal proprio substrato, opportunatamente modificato, correttamente usato rispetto alla sua funzione e in grado di modificare un altro oggetto.
Per gli scimpanzé ->Buona connessione “mezzi-fine”, capacità di procedere secondo un piano mentale, di fare previsioni e di anticipare la situazione. In ambito naturale sono in grado di comprendere le relazioni causali in base alle quali la causa produce l’ effetto. I processi di comunicazione si innestano su abilità mentali che consentono di capire,
ordinare e gestire l’ambiente fisico di riferimento, le cui conoscenza e padronanza cognitiva da parte degli organismi sono indispensabili.
Accanto a processi cognitivi di base ( nozioni di oggetto, spazio, tempo, quantità,percezione etc.) esistono delle specializzazioni adattive distintive di particolari specie in funzione del loro habitat. No evoluzione come gerarchia lineare perché non c’è un unico modello = comunicazione.
La conoscenza del mondo sociale.
Condizioni di base:
– I primati vivono in gruppo per affrontare le difficoltà ed utilizzare al meglio le risorse dell’ambiente
– Nella loro vita sociale essi agiscono in modo spontaneo (dirigono autonomamente il loro comportamento)
Problema della previsione e della predizione sulla loro futura condotta da parte dei compagni. Le abilità cognitive e le modalità interattive dei primati creano un articolato campo sociale, le cui caratteristiche definiscono una rete di interazioni e di rapporti più
o meno stabili.
Conoscenza e padronanza del campo sociale.
– I primati sanno riconoscere gli individui della propria comunità; inoltre
riconoscono l’identità dei singoli membri del gruppo mediante le loro vocalizzazioni; gli scimpanzé riconoscono individui familiari anche in foto.
– Le interazioni sociali coordinate dipendono dalla capacità di conoscere e prevedere le azioni che gli altri faranno anche grazie alle esibizioni ritualizzate dei propri compagni; inoltre assume particolare rilevanza la comprensione delle sequenze comportamentali, per poter predire la parte finale di una sequenza. I primati percepiscono che la condotta
dei propri compagni ha il carattere della spontaneità (azioni varie in funzione del contesto) e della direzionalità (il loro comportamento non è casuale, ma si svolge secondo una certa regolarità seguendo una certa direzione al fine di raggiungere uno scopo).
– I primati sono in grado di formare, percepire e conoscere le relazioni che intrattengono con i propri simili La parentela assume un ruolo importante nelle azioni di attacco e di difesa . Fra i parenti si svole una maggiore e più frequente attività di grooming (pulizia e toelettatura reciproca), vi è un contatto fisico più stretto; ciò non dipende strettamente dalla loro effettiva parentela, ma dalle azioni della storia passata. Relazione
di dominanza  i soggetti dominanti manifestano una postura ed una vocalizzazione caratteristiche(tono basso).
– I primati percepiscono e comprendono le relazioni fra terzi nelle interazioni con gli altri. “Aggressione spostata” che è stato vittima di un attacco spesso reagisce in un altro momento con i parenti o i piccoli dei loro aggressori. “Minaccia protetta” una femmina
minaccia un’altra femmina dominante mentre si dimostra sessualmente disponibile al maschio dominante rispetto a entrambe. “Grooming” fra i Cercopitechi quando a questo scopo una femmina dominante avvicina due femmine subordinate, l’ individuo di rango più basso si ritira, mentre quello di rango più elevato inizia l’attività richiesta.
Coalizioni e alleanze, reciprocità e altruismo.
Nelle interazione cooperative e competitive per il cibo e per l’attività sessuale si sviluppano coalizioni ed alleanze Cooperazione per la competizione integra la dimensione verticale della struttura sociale (dominanza) con quella orizzontale (affiliazione). In ogni conflitto le coalizioni possono assumere una modalità – reattiva Coalizione con il vincitore per ragioni di ricompensa (“sostegno al vincitore”); oppure coalizione verso un individuo attaccato da un altro di rango superiore (“sostegno al perdente”). Quando nel corso del tempo un gruppo di primati si aiuta reciprocamente in maniera relativamente stabile in entrambe le condizioni, si parla di alleanze. – Proattiva un certo gruppo di individui può unire le proprie forze per ottenere un accesso più facile alle risorse o per affermare la propria dominanza. Interazioni competitive -> espressioni accentuate e ben visibili; interazioni cooperative segnali spesso solo accennati o bisbigliati. Coalizioni e alleanze implicano le strategie mentali: occorre innanzitutto selezionare i propri alleati cercandoli tra quelli di rango più elevato; inoltre sono impiegati specifici segnali comunicativi per chiamare a raccolta i compagni; infine i dominanti cercano di impedire il formarsi di alleanze tra i subordinati. Gli scimpanzé registrano nella memoria i debiti e i crediti nei riguardi dei loro compagni. Reciprocità alternanza di favori inerenti il medesimo tipo di attività. Scambio il favore in una certa attività è compensato con un favore in un’altra attività ci sono forme di “negoziazione” strategica. “Reciprocità calcolata” Se il maschio A vuole unirsi alla femmina al posto del maschio B, può chiedere l’aiuto di C per spodestare B C sa che in futuro A lo sosterrà incambio di ciò. Allo stesso modo gli individui di rango superiore aiutano più spesso (ribadire il proprio rango), mentre gli individui subordinati sono indotti a prestare aiuto più spesso a quelli di rango superiore (stabiliscono un legame con alleati forti). Interdipendenza tra grooming e iniziativa di supporto e difesa in caso di attacco e tra grooming e condivisione di cibo. Altruismo reciproco comportamento vantaggioso per i propri simili ma svantaggioso per sé. Esempi:- “Richiami di allarme” Vantaggioso per gli altri ma pericoloso per sé.- “Richiami per il cibo” Finalizzati alla condivisione, che porta al rafforzamento dei legami del gruppo. Nell’ attività di caccia da parte degli scimpanzé, l’inizio è segnato dal “grido da caccia” e la cattura della preda dal “richiamo di cattura” implica una forma elevata di “collaborazione” con ruoli diversi per gli individui riconosciuti dagli stessi scimpanzé “lavoro di squadra” che richiede pianificazione congiunta e finalizzazione delle proprie azioni. Densità dei rapporti sociali, loro complessità, rete delle relazioni e loro gerarchia costituiscono le premesse per parlare di “politica degli scimpanzé”. Comunicazione fondamentale per la sopravvivenza. Le principali competenze comunicative dei primati non umani.
La comunicazione referenziale.
Capacità di comunicazione referenziale capacità di scambiarsi precise informazioni su particolari stati del mondo; implica sia l’abilità di formulare il messaggio in modo univoco, sia l’abilità di riconoscere il messaggio. Così il segnale “sta per” l’ oggetto o l’ evento dell’ ambiente alcuni parlano di valore semantico del segnale (significa), altri di
valore rappresentazionale (rappresenta), altri di valore referenziale (fa riferimento). Attualmente per la maggioranza degli studiosi i richiami e i segnali degli animali non umani sono “funzionalmente referenziali”, perché pur essendo diversi dalle parole del linguaggio umani, svolgono la stessa funzione referenziale.
Il caso della “danza” delle api.
Anni 40 -> Von Frisch ricerca su di essa. Le api bottinatrici sono in grado di acquisire e codificare attraverso la danza informazioni sulla distanza e sulla direzione di volo per raggiungere il cibo facendo riferimento al sistema astronomico ed alle energie spese. “Danza del tremito” nel caso di una fonte di cibo particolarmente vantaggiosa. Al pari del linguaggio umano la danza prevede composizionalità (costituita da unità componibili), sistematicità, produttività, arbitrarietà dei segnali, dislocazione temporale e spaziale. Presenza anche di forme dialettali nella comunicazione. Al pari del linguaggio umano ->ridondanza comunicativa (informazioni visive accompagnate da informazioni sonore). Differenze: la comunicazione delle api riguarda solo il cibo, il linguaggio umano no.continua

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