E’ tempo di crisi economica. Alcuni dei protagonisti dello scenario politico, economico ed industriale dicono: “La crisi economica in atto nel mondo e in Italia può aggravarsi ulteriormente”, “Stiamo assistendo a una crisi che non ha precedenti, se non forse il crac del 1929. È difficile prevedere l’andamento dei mercati”, “Non escludiamo alcuna opzione per assicurare che nessuna istituzione bancaria dichiari bancarotta. Siamo sull’orlo dell’abisso”.
Queste frasi trasmettono un senso della crisi come qualcosa da temere e da arginare con tutti i metodi possibili. Trasmettono l’idea di fare qualcosa per annientare un evento “che non ci voleva”.
La parola “crisi” deriva dal greco krìnein che vuol dire “distinguere, scegliere”. Chi distingue caratterizza una cosa rispetto a un’altra, la circoscrive e la definisce. La crisi diventa così un evento critico, un indizio di un processo culturale, di una cultura economica che magari sta cambiando.
Il cambiamento è continuo nei contesti lavorativi ed economici, si può dire che è la normalità. Anzi viene da dire che la funzione organizzativa viene ridefinita in un rapporto continuo con un contesto (economico) che è mutevole di per sé.
Tale contesto va conosciuto, non annientato, per poter promuovere la propria organizzazione in modo competitivo.
Ogni organizzazione, ogni azienda agisce su una fetta di mercato, ha dei clienti. Le domande da porsi potrebbero essere: “Come i miei clienti vivono questo momento di cambiamento economico?”, “Come cambia la loro domanda di prodotti-servizi?”, “Cosa possiamo fare noi per entrare in relazione con questa domanda?” , “Cosa accade nella nostra organizzazione?” “Quali funzioni possiamo attivare?”.
Queste domande veicolano il senso di una utilità di riflettere continuamente sulle proprie modalità di gestione del rapporto con i clienti e con la loro domanda per poter conoscere e utilizzare il cambiamento come risorsa per garantirsi maggiore competitività sul mercato. Da questo punto di vista l’evento critico stesso diventa una risorsa da cui partire per poter utilizzare il cambiamento come strumento di produttività.
TWT, nella sua prassi formativa, ha avuto a che fare con contesti organizzativi, che stavano riflettendo sulla necessità di un cambiamento nella gestione interna per poter avviare uno scambio costruttivo con un cliente che proponeva una domanda diversa, “critica”.
In questi contesti TWT ha proposto un percorso formativo che permettesse la creazione istituita di un team pronto ad affrontare le nuove richieste del mercato, capace di condivisione di vissuti, pensieri e proposte sul cambiamento.
I percorsi sviluppati hanno previsto una riflessione sulle dinamiche organizzative interne che ostacolavano il cambiamento auspicato e su possibili azioni da attuare per poterlo gestire.
Il metodo utilizzato da TWT, con la formazione esperienziale e il team building, è stato quello della sperimentazione attiva in situazioni simulate di “crisi” che hanno avviato una riflessione sulle funzioni organizzative da attivare quando si voglia promuovere il cambiamento per affrontare richieste nuove e sconosciute. La situazione simulata è stata costruita a partire da una analisi della cultura dell’organizzazione funzionale ad affrontare il problema posto nella domanda formativa.
Sonia Russo, psicologa e formatrice
Per informazioni
www.twt-team.it