MIU JACQUELINE CRITICA LETTERARIA DEL LIBRO sYMBOLUM

Milano, 16 Novembre 2008-11-15
Un libro che parla all’amore dell’amore “Symbolum” di Desirèe Giuffre

Avevo cercato un titolo per quest’articolo ma sinceramente sembrava che il parto dell’immaginazione avesse trovato davanti a se un muro. Un muro bianco e gelido chiamato foglio.
Non sono il tipo di scrittore che va cercando la spettacolarità nelle sue righe ma una sorta di appagamento morale che la carta sembra riuscire a dare a tutti noi letterati. Ho bisogno di sapere e capire per chi scrivo.
Per non perdere il filo ritorno alla frase iniziale, stavo cercando il titolo per la presentazione del libro di “Desy” quando l’ombra è voluta calare in tutte le stanze del capo per mettere silenzio su tutte le parole. La vera difficoltà nasce dal fatto che io personalmente non conosco Desy anche se parliamo da qualche tempo con la speranza di poterci incontrare per scambiarci impressioni d’ogni genere.
Il lettore voglia accordarmi la possibilità di abusare della sua inesauribile forza di comprensione umana ed intellettiva per questa presentazione un poco fuori dagli schemi.
Adesso lasciatemi iniziare questo mio viaggio nel mondo autentico della letteratura, un mondo in cui il mio amore per il verbo scritto diventa verticale e le sensazioni d’ogni cosa letta diventano un volo nell’infinito della storia sentimentale umana.
La meta dell’anima di una giovane scrittrice è sempre ignota. Ma tra le sue frasi Desirèe ha composto questa e l’ho fatta un poco mia perché avevo come la sensazione d’averla scritta anch’io da qualche parte tempo addietro: ”Ritorno qui fra il bianco dei fogli e la nostalgia mi divora dentro.” Ecco l’inizio di tutto.
Chi possiede in se questa memoria cognitiva della parola ha bisogno di trovarsi in mezzo ai fogli per poter esplodere della propria passione. La sua illuminazione è karmica ed è per questo che potrebbe scrivere anche d’indagini psicologiche più approfondite che speriamo osi intraprendere nei prossimi libri.
“Symbolum” vuole essere un campo seminato che attende i fiorire, i personaggi e la storia, sono freschi come la giovane autrice. Lei possiede ancora la purezza, possiede ancora l’innocenza che molti di noi col trascorso degli anni per necessità della vita abbiamo perso che rincorriamo nelle nostre opere come si cerca di raggiungere una luce lontana. E’ vero che il racconto come dicevo prima ha una purezza ideologica ed una fede che sembrano inesauribili. Lei ha diritto di dirci che le promesse in amore vogliono essere inviolabili e che posso sostenere il per sempre come un binario sostiene le corse di un treno. Aspetto “il romanzo”, aspetto l’illuminazione introspettiva che Desirèe potrebbe ora essere capace di stendere con la sua penna. Forse non più un racconto d’amore struggente, forse il romanzo famigliare di più racconti struggenti perché chi è capace di sfiorare questo tema dovrebbe avere in se sia la forza che il coraggio di raccontarli nei minimi dettagli. Noi aspettiamo ora il dettaglio perché il suo percorso l’abbiamo capito. Non vogliamo vedere il dove sia indirizzata ma ci piacerebbe vederla correre su quei binari dell’immaginario che potrebbero regalarci posti e personaggi nuovi e meno disillusi di quelli che gli autori contemporanei descrivono nelle loro opere.
Cosa posso augurare a questa mia nuova e giovane amica? Direi che posso augurarle di avere questi suoi occhi aperti sul mondo della letteratura sempre, di non smettere nemmeno quando sbaglia d’abbandonare il viaggio iniziato e fare tesoro d’ogni esperienza perché sono queste che poi ci fanno scrivere le migliori cose della nostra vita.
Ecco io ho terminato per lasciare parlare l’opera. La mia impressione è solo una modesta goccia nel mare umano.
“Piccole donne crescono.” E’ stato il film della mia generazione ed voglio pensare che Desirèe sia così. Combattiva, pura, indomita.

Questa frase vuole essere un regalo per me all’autrice e per voi un insegnamento.
“Sognate e mirate sempre più in alto di quello che ritenete alla vostra portata. Non cercate solo di superare i vostri contemporanei o i vostri predecessori. Cercate, piuttosto, di superare voi stesi.”
William Faulkner

Jacqueline C. Miu (scrivere è come toccare il cielo senza dover alzarsi in punta dei piedi – J.Miu)

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