Panino sì…ma italiano!

Solo valori emotivi come l’amore, l’amicizia e la famiglia riescono a spodestare questi principi, che però assumono una valenza completamente diversa in quanto non solo rientrano in categorie sociologiche differenti ma sono anche rivolti a qualcosa al di fuori della sfera personale ed emotiva con la quale il singolo individuo interagisce.

Tornando alle indagini è emerso che almeno 4 italiani su dieci almeno una volta alla settimana consuma panini e altri alimenti da forniture bar fuori di casa caratteristiche che sottolinea ancora di più come l’attenzione all’alimentazione sana e corretta esuli dal contesto familiare e dalla valenza emotiva che il cibo stesso può avere. Non solo, essendo l’Italia la patria di cibi gourmet e di origine controllata questa attenzione viene sempre più a riproporsi nella scelta stessa del cibo che si consuma al bar e in pausa pranzo.

Molto richiesti sono i prodotti tipici che si contraddistinguono non solo per bontà ma anche per digeribilità e per denominazione di origine. Per esempio preferita è una semplice bruschetta pomodoro con verdure o qualche affettato al panino da fast food che risulta essere pesante se mangiato in pausa pranzo e troppo ricco di calorie a causa delle salse e dei troppi condimenti.

Inoltre, da una recente inchiesta di Coldiretti è emerso che il 65% degli italiani vorrebbe assaggiare panini gourmet, prodotto tipico dell’Italia che potrebbe offrire una grande varietà di proposte in questo senso grazie ai numerosi prodotti DOP i IGP di cui detiene l’esclusiva. Prodotti sempre più valorizzati che hanno riacquistato tutto il loro valore non solo per i fanatici del salutismo ma per l’intera composizione della popolazione. Un aspetto da prendere in seria considerazione se si confrontano i risultati delle indagini di qualche anno fa che evidenziavano una certa indifferenza verso questi prodotti.

Un valore, quello della sana alimentazione, che diventa proprio durante la fase della consapevolezza dell’essere umano ossia tra i 30 e i 64 anni che parte dalla valutazione sulla diretta conoscenza degli ingredienti che compongono il cibo, dal luogo di vendita prodotti alimentari e dalla loro origine e provenienza.

Ciò non deve far pensare che questa ricerca della qualità del cibo faccia passare in secondo piano la ricerca del gusto dell’edonismo e della soddisfazione del palato, anzi. Nonostante questo sia un aspetto privilegiato dal sesso maschile la qualità viene identificata con la bontà, facendo passare in secondo piano altre componenti come il prezzo, la velocità di preparazione o la cura nella presentazione. Un’alimentazione salutare e genuina che tende la mano a quelle che sono da sempre le caratteristiche della tradizione culinaria italiana, sia nei pasti veloci che nei pasti tradizionali, senza disdegnare i prodotti pronti, purchè la loro qualità sia indiscussa e testata senza basarsi sul principio delle marche ma su dati scientifici accurati.

A cura di Martina Celegato

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