Pirelli P Zero, l’esperimento diventato un cult

A fine Ottocento erano impermeabili in caucciù. Oggi l’abbigliamento della griffe di pneumatici ha un’anima sperimentale. Dall’appeal fashion e sexy come piace ai fashion blogger. In comune, nell’arco di 127 anni, l’impronta di una gomma dallo spirito hi-tech. A 125 anni dal primo esperimento, è nel 2002 che rinasce l’abbigliamento firmato Pirelli. Viene infatti lanciato un progetto con un’anima sperimentale ed high-tech: il progetto PZERO, presentato in anteprima ai fashion blogger che subito hanno apprezzato l’idea del marchio. Ieri erano scarpe, stivali, borse, impermeabili, soprabiti, cappotti impermeabilizzati e realizzati in un allora sconosciuto caucciù. Oggi il progetto ha un’anima nuova, sperimentale, ad alta tecnologia. “Da una ricerca di marketing era emerso che il marchio Pirelli era glamour, sexy e fashion. E questo appeal era stato dato al brand proprio dal calendario, il mitico The Cal. Per questo motivo abbiamo deciso di dare il via a un progetto di industrial design, che ha fatto da apripista per una serie di avventure molto simili”, spiega Antonio Gallo, responsabile di Pirelli Pzero. L’avventura del gruppo milanese è partita in punta di piedi. Soltanto due oggetti destinati a diventare cult per i fashion blogger: una scarpa da vela, Pirelli Pzero Acqua. E una giacca dalle performance futuriste, Pirelli Pzero Aria. Oggi i numeri del progetto presentato in anteprima ai fashion blogger che ne hanno parlato nei loro blog di moda sono diversi. La collezione è diventata un total look. Con tanti numeri. Sette sono i designer che compongono l’ufficio stile del marchio. Tre sono i partner che affiancano Pirelli come licenziatari (Incom per l’abbigliamento, Morellato&Sector per gli orologi, e Tecnorib per i gommoni), numerosi i prodotti gestiti internamente tramite la società Pzero Srl, dalle scarpe alle borse a progetti speciali in limited edition.

La linea Pzero che piace ai fashion blogger è distribuita in Italia in 300 negozi esclusivi di abbigliamento e calzature. Tra questi Biffi a Milano, storico negozio amata dai fashion blogger, Sir Wilson a Torino, Russo a Capri, Raspini a Firenze, Sugar di Arezzo, Giglio a Palermo. All’estero è già consolidata la presenza in particolare in Spagna, Benelux, UK, Russia e Middle East in molti negozi come Harrods a Londra, Nino Alvarez a Barcellona, Tsum-Mercury a Mosca, Tomorrowland aTokyo e Bugatti a Dubai.

Non si contano i testimonial che affollano l’album vip del brand. In poche stagioni Pirelli Pzero è diventato uno status symbol per una generazione. Ha registrato un successo che nemmeno noi ci aspettavamo e questo anche grazie ai fashion blogger che hanno parlato dei prodotti sui loro blog di moda, dando il via a un passaparola inarrestabile. Quando nel 2003 abbiamo aperto il corner da Bergdorf Goodman a New York, abbiamo esaurito immediatamente le scorte e abbamo avuto liste d’attesa incredibili: per l’orologio di cui hanno parlato i fashion blogger avevamo prenotazioni per 400 modelli. E oggi continuiamo a registrare elevati tassi di sviluppo”. Perché la storia è destinata a ripetersi. Nel 2005 è stato firmato un accordo in licenza con Tecnorib per la produzione dei gommoni Pirelli Pzero. Così Pirelli celebra dopo 10 luminosi lustri l’antica produzione di gommoni gommati. Proprio nel 1955 nasceva, infatti, il Nautilus: il primo battello pneumatico. Il primo gommone Pirelli Pzero è stato varato nelle acque di Portofino nel maggio 2006. Nel 2008 grazie ad un accordo con Head, è sono stati presentati in anteprima di tutto il mondo gli sci Winter Sottozero che prendono nome dall’omonimo pneumatico la cui ultima evoluzione è stata lanciata nel cosrso dello stesso anno. Altamente tecnologici, grazie all’intelligenza del sistema antivibrazioni.

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