Nella natura umana c’è una tendenza spasmodica ad andare verso l’alto, a scalare, arrampicarsi, salire sempre più sù. Pensiamo alle ziqqurat mesopotamiche o alle piramidi egizie, ai templi aztechi o ai castelli medievali, gli esempi nel corso della storia dell’uomo sono infiniti.
Col passare dei secoli questa tendenza verso l’alto ha superato nuovi limiti con stabili a più piani collegati in modi diversi; con sofisticate scale a chiocciola o classiche scale in acciaio, con comode scale mobili o coi più moderni ascensori.
Nel XX secolo i grattacieli (termine che deriva dalla traduzione dell’inglese skyscraper, usato nel XVIII secolo per indicare gli altissimi alberi delle navi inglesi) sono diventati un elemento classico delle architetture cittadine; mentre in Italia, quando pensiamo ai grattacieli, ci viene subito in mente Milano (dove è presente il grattacielo più alto del nostro paese, il Palazzo Lombardia, sede degli uffici regionali), la città mondiale che nell’immaginario generale è caratterizzata da queste costruzioni è senza dubbio New York.
Dal Chrysler Building al General Electric Building, dall’Empire State Building alle Twin Towers, sono tantissimi gli edifici di questo tipo che caratterizzano la zona di Manhattan; tuttavia New York è solo la seconda città al mondo per numero di grattacieli, superata in questa particolare classifica da Hong Kong.
Anche il primato del grattacielo più alto non è statunitense, nella top ten figura solo un grattacielo americano (il Willis Tower a Chicago).
Al primo posto assoluto si piazza invece il Burj Khalifa a Dubai; 828 metri d’altezza per 160 piani che ne fanno il simbolo più attuale della tendenza verso l’alto dell’uomo.