TRA SPLENDORE E MISERIA = “LE AMBIGUITA’ DI UN’EPOCA”

Nell’ultima rubrica abbiamo parlato di diverse condizioni femminili; dalla fatica, rinunce e lotta di Suor Arcangela Tarabotti per dar libertà di pensiero e azione, sino al fenomeno “youtube” dove è sufficiente inserire un video “buffo” per affermarsi in rete e avere una posizione nella società. Oggi vado a “rovistare” nelle immense proposte del sito, arrivando sino alla pagina www.culturabarocca.com/destiniincrociati.htm#grillaia, il titolo è appunto “le ambiguità di un epoca” e come sempre trovo affascinante poter paragonare l’epoca di oggi con il periodo che va dal XVI al XVII secolo. Costume, società, industria, agricoltura e relazione, argomenti che sono di consueta ed importante discussione anche oggi.

Comincio da “i ritmi della vita nel sistema sociale: nella famiglia, nella Chiesa e nello Stato” e mi si apre un altro gremito numero di collegamenti, nello specifico decido di studiare la parte de “padri e figli e loro rapporti”. Per approfondire la conoscenza delle relazioni intrinseche nella famiglia dell’età intermedia oltre che la consultazione degli Statuti Civili nel caso quelli della Repubblica di Genova risulta ancora di estrema utilità la “ Bibliotheca Canonica”di Lucio Ferraris. Dove troveremo i mezzi concreti per conoscere “l’Età Legale” o comunque di quanto è “fattibile/concesso” in relazione dell’età della persona, ma è soprattutto utile per intendere i diritti-doveri dei figli e viceversa i diritti-doveri dei genitori. È scontato che troveremo un elenco ben meno nutrito sulla parte dei doveri verso il figlio (FILIUS), il quale si troverà ad affrontare diversi impegni a seconda della situazione in cui versano i genitori (PARENTES). Esteso anche il paragrafo sulla salvaguardia dei beni che per eredità dovrebbero pervenire alla prole, sulla cura fisica e corporale -compresa di vitto e vestimenti idonei- dei figli sì da garantire loro una crescita armonica (da par. 17, sulla salvaguardia dei beni di spettanza dei figli (par.33) ed ancora sull’educazione morale e spirituale dei figli (par.34). Sono poi elencati situazioni dove è contemplata la possibilità (badate bene però, solo in casi estremi) di vendere i propri figli (par 41), oppure di castrarli per avviarli ad una carriera di musicisti (par 38), sul divieto per i padri di uccidere la propria prole in caso di adulterio (par 35), il divieto di uccidere i figli banditi dallo Stato salvo che questi non minaccino insurrezioni contro lo stesso (par.36). Approfonditi anche gli argomenti sui figli “esposti” cioè abbandonati innanzi alle porte di un ospedale pubblico o a quelle di altri luoghi, come i conventi, avvalendosi in particolare del meccanismo della Ruota. Nel convento delle Clarisse Cappuccine di via Domenico Chiodo, nell’alta circonvallazione a monte di Genova è tuttora visibile la Ruota cioè il meccanismo che serviva per far entrare cibo e oggetti nei Conventi di clausura senza che le monache entrassero a contatto con le persone sì da violare i voti: il campanello, una fune, serviva ad avvertire le religiose che entro la macchina erano stati deposti degli oggetti che erano fatti penetrare nel cenobio tramite una rotazione del semplice ma funzionale apparecchio. Analoga era la “ruota degli esposti” che venivano abbandonati e così segretamente lasciati alla carità di opere assistenziali ed orfanotrofi, in questo modo si proteggeva, oltre all’identità delle suore, quella dei genitori sciagurati o disperatamente poveri che fossero, dopo aver deposto il neonato nella ruota un attimo prima di svanire tiravano una cordicella simile a quella di cui prima si è detto sì da attirare l’attenzione del custode o delle persone preposte al “ritiro” e non lasciare ai pericoli od al freddo gli infanti. Un infinito calderone di altri collegamenti, spiegazioni e riferimenti che oggi non svelo lasciando a voi il piacere d’addentrarvi in tale meccanismo. Ora il paragone con oggi fa sempre più credere che sia tutta un’assurda normativa quella utilizzata ma, come sempre vi lascio con una riflessione/provocazione, oggi abbiamo delle linee guida su come “gestire” i propri figli? Indicar loro i doveri che devono rispettare? Insegnargli che forse non tutto è dovuto ma che ci vuole necessariamente impegno e costanza? Certo è scontato che non esiste un’opzione dove è consentito uccidere i propri figli… ma qualche regola in più io la stilerei. O quantomeno al “figlio ribelle” darei come indicazione questo link, quantomeno per fargli sapere che è esistito chi ha dovuto sottoporsi a delle leggi per ottenere vitto ed alloggio dalla propria famiglia (http://www.culturabarocca.com/crediti17.htm#approfondimento)

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