Paolo Bricco, Loris Campetti, Grazia Lissi, Angelo Mastrandrea e Gianfelice Rocca sono i cinque finalisti del Premio Biella Letteratura Industria 2016. Premio Speciale della Giuria a Mario Andreose e Premio Opera Straniera a Gaël Giraud (Francia)
Il coraggio di imprenditori e operai che resistono e si reinventano in periodi di crisi, l’esempio di figure visionarie come Adriano Olivetti, la formazione dei giovani per il rilancio dell’economia. Questi alcuni temi al centro dei saggi finalisti al Premio Biella Letteratura Industria 2016, promosso da Città Studi Biella.
Annunciati al Salone Internazionale del Libro di Torino, gli autori finalisti della quindicesima edizione sono: il giornalista e storico dell’industria Paolo Bricco con L’Olivetti dell’ingegnere. 1978-1996 (Il Mulino); il giornalista esperto di relazioni industriali Loris Campetti con Non ho l’età. Perdere il lavoro a 50 anni (Manni); la giornalista e fotografa Grazia Lissi con Il coraggio di restare. Storie di imprenditori italiani che ancora scommettono sul nostro paese (Longanesi); il giornalista e scrittore Angelo Mastrandrea con Lavoro senza padroni. Storie di operai che fanno rinascere imprese (Baldini & Castoldi); l’imprenditore e presidente di Assolombarda Gianfelice Rocca con Riaccendere i motori. Innovazione, merito ordinario, rinascita italiana (Marsilio).
Tra i cinque finalisti i giurati del Circolo dei Lettori dell’Associazione L’Uomo e l’Arte selezioneranno il vincitore del Premio Giuria dei Lettori.
Gli autori si presenteranno al pubblico in un incontro dedicato alle loro opere nella giornata di sabato 15 ottobre a Biella, presso Città Studi. La Giuria sceglierà il vincitore che sarà premiato sabato 19 novembre nel corso della cerimonia che si terrà nell’auditorium di Città Studi. In tale occasione Mario Andreose, figura di rilievo nell’editoria italiana, riceverà il Premio Speciale della Giuria per Uomini e libri (Bompiani), mentre il Premio Opera Straniera sarà consegnato all’economista francese Gaël Giraud per Transizione ecologica. La finanza a servizio della nuova frontiera dell’economia (Emi).
«Le opere finaliste, il Premio Opera Straniera e il Premio Speciale della giuria – commenta il presidente della Giuria Pier Francesco Gasparetto – si distinguono per avere affrontato argomenti di strettissima attualità legati al mondo del lavoro con sguardo lucidamente rigoroso e nello stesso tempo con felice dote di leggibilità, in grado di sviluppare inoltre – e come nelle intenzioni del Premio – occasioni preziosamente propositive.»
GLI AUTORI E LE LORO OPERE
Paolo Bricco, giornalista e storico dell’industria, è finalista con L’Olivetti dell’ingegnere. 1978-1996 (Il Mulino). Attraverso una documentazione ricca e inedita, l’autore ricostruisce una vicenda esemplare del Novecento italiano, quella della Olivetti di Adriano, snodo essenziale per l’industria e la tecnologia, la politica e la cultura, ma anche per la storia e il futuro. «Bricco – spiega Claudio Bermond – focalizza l’attenzione su tre periodi successivi , che hanno fatto seguito alla dipartita di Adriano, avvenuta nel 1960. Ha esaminato la storia olivettiana degli ultimi quarant’anni del Novecento con maestrìa professionale e dovizia di informazioni provenienti sia da fonti interne sia da quotidiani e riviste specializzate».
Loris Campetti, giornalista esperto di relazioni industriali, concorre con Non ho l’età. Perdere il lavoro a 50 anni (Manni), un’inchiesta su un aspetto non molto indagato della disoccupazione in Italia, in cui raccoglie nove storie di una generazione di lavoratori dimenticati e invisibili, per capire quel che accade a chi perde il lavoro in età avanzata, dopo anni di mestiere con una professionalità compiuta. «Queste interviste – scrive Alessandro Perissinotto – ritraggono una situazione, quella italiana, che, per molti versi, è ben peggiore di quella internazionale. Alla base della disoccupazione italiana non c’è solo la crisi finanziaria, la delocalizzazione, la concorrenza degli altri mercati, ci sono le clientele politiche delle grandi famiglie imprenditoriali, la corruzione, il malaffare».
Grazia Lissi, giornalista, critica letteraria e fotografa, è finalista con Il coraggio di restare. Storie di imprenditori italiani che ancora scommettono sul nostro paese (Longanesi), in cui porta l’esempio di diciotto imprenditori italiani che hanno scelto di sfidare la crisi economica nella propria terra di origine, senza farsi intimorire dalle meccaniche burocratiche che frenano la crescita. «Ragionando con un imprenditore dagli occhi criticamente aperti sul mondo – nel commento di Marco Neiretti –, ma nella consapevolezza dell’identità nazionale (“Non significa chiudersi ai rapporti con l’estero”), Grazia Lissi sa percorrere l’Italia delle specificità produttive e territoriali».
Angelo Mastrandrea, il giornalista e scrittore, è finalista con Lavoro senza padroni. Storie di operai che fanno rinascere imprese (Baldini & Castoldi), un’antologia che raccoglie esempi di lavoratori che stanno reagendo, in Italia e in Europa, alla crisi economica riappropriarsi della propria azienda anche dopo un fallimento e conservando il posto di lavoro. Nel commento di Sergio Pent: «Lo si può definire un romanzo operaio , ma nel senso di un percorso alternativo nella realtà di crisi che ha cambiato faccia e speranze alla classe operaia, non più massa che affollava le piazze e i cortei, ma nuovo testimone attivo di un futuro che ha messo in soffitta le vecchie garanzie e i codici etici del lavoro stesso».
Gianfelice Rocca, imprenditore, presidente di Assolombarda e del gruppo Techint, concorre con Riaccendere i motori. Innovazione, merito ordinario, rinascita italiana (Marsilio), un invito a guardare al futuro con coraggio, abbandonando la retorica del declino, rilanciando la formazione delle nuove generazioni e puntando sul medium tech, con la consapevolezza che l’Italia si colloca tra i primi Paesi nel mondo in numerosi settori di nicchia. «Il libro non esprime soltanto il punto di vista di un esperto – specifica Giuseppe Lupo –. Piuttosto è una disamina di quel modo di fare impresa in cui poter mediare innovazione e produttività, vocazione artigianale e creatività, crescita economica e interessi internazionali. Ne vien fuori un testo che non grida alla fine, semmai cerca i presupposti per reagire al senso della fine».
Mario Andreose, che è stato editor ed agente letterario di Umberto Eco, presidente della casa editrice La Nave di Teseo e già direttore di Bompiani, riceverà il Premio Speciale della Giuria per Uomini e libri (Bompiani), una galleria di ricordi sull’industria culturale e sul mondo editoriale, in cui ha lavorato per cinquant’anni e di cui svela strategie e segreti. Così descrive l’opera Alberto Sinigaglia: «Sfilano i maestri Alberto Mondadori, Valentino Bompiani, Luciano Foa creatore dell’Adelphi, Valerio Riva. E gli autori più amati: Faulkner, Thomas Mann, Steinbeck, Highsmith, Camus, Gide, Saint-Exupéry. Ai profili di Moravia, Sciascia, Bufalino, Fallaci, Bevilacqua, alterna scorci di fiere del libro internazionali: Francoforte e Gerusalemme, Londra e New York, Torino e Parigi. Andreose non trascura librai, grafici, recensori, traduttori».
Gaël Giraud, economista francese, otterrà il Premio Opera Straniera per Transizione ecologica. La finanza a servizio della nuova frontiera dell’economia (Emi), saggio di economia che si legge come un thriller, che cerca di individuare la strada verso un futuro sostenibile, in cui il credito sia considerato mezzo e non fine per realizzare riforme a vantaggio di tutti e a beneficio dell’ambiente. «Mentre discute di mutui subprime e di illusionismo speculativo, Giraud – scrive Alessandro Zaccuri – traccia così le linee portanti di un nuovo contratto sociale, capace di superare la logica spietata della competizione a ogni costo e di istituire uno stile di convivenza che non abbia in odio la ricchezza, ma che privilegi l’uso dei beni al loro possesso».
All’autore dell’opera vincitrice verrà assegnato un premio di 6.000 euro, ai quattro finalisti di 1.000 euro ciascuno, mentre i vincitori del Premio opera straniera e del Premio della giuria dei lettori riceveranno un’opera d’arte.
A valutare e selezionare la rosa dei cinque finalisti sono stati i nove giurati del Premio, riunitisi sabato 23 aprile; Pier Francesco Gasparetto (scrittore, presidente della Giuria), Claudio Bermond (docente universitario), Sergio Givone (filosofo e scrittore), Giuseppe Lupo (saggista e scrittore), Marco Neiretti (ricercatore storico), Sergio Pent (scrittore e critico letterario), Alessandro Perissinotto (scrittore e docente), Alberto Sinigaglia (giornalista e docente, presidente Ordine dei Giornalisti Piemonte), Alessandro Zaccuri (scrittore e giornalista).
I cinque finalisti saranno letti e valutati dal Circolo dei Lettori dell’associazione L’uomo e l’Arte che selezioneranno il loro vincitore.
IL PREMIO BIELLA LETTERATURA INDUSTRIA
Nel 2016 il Premio Biella Letteratura Industria, promosso da Città Studi Biella, celebra i suoi 15 anni di attività. Quindici anni che hanno visto il Premio indagare sui rapporti tra due mondi apparentemente distanti: quello delle arti e quello dello sviluppo industriale. Quindici anni in cui il Premio ha avuto il merito di porre al centro dell’attenzione la cultura di impresa, quella complessa sinergia di ricerca, innovazione, tecnologie, prodotti, risorse umane e relazioni con il territorio, le cui due anime, umanistica ed economica, non sono contrapposte ma complementari. Quindici anni in cui testimoni di rilievo hanno racconto la memoria e il futuro dell’industria con le trasformazioni sociali e culturali ad essa legate: dallo scrittore e giornalista Giorgio Bocca (vincitore nel 2001) all’autore e giornalista Ermanno Rea (vincitore nel 2003); dal sociologo e saggista Luciano Gallino (giurato fino al 2015, anno della sua scomparsa) al giornalista e saggista Antonio Calabrò (vincitore nel 2010), dal poeta e saggista Giorgio Soavi (vincitore nel 2002) allo scrittore Edoardo Nesi (vincitore nel 2011).
Particolarmente attento al mondo dei giovani, da diversi anni il Premio Biella Letteratura Industria – in collaborazione con il Gruppo Giovani Imprenditori dell’Unione Industriale Biellese e Città Studi Biella – invita ogni anno gli studenti a confrontarsi su tematiche legate alla cultura dell’impresa. Per il 2016 ha lanciato il concorso “40 anni di industria televisiva in Italia”: gli studenti di Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta sono chiamati a realizzare un telegiornale locale o un articolo sul tema Il telegiornale quarant’anni dopo. Il concorso trae spunto dal quarantesimo anniversario della seconda e definitiva sentenza della Corte Costituzionale che nel 1976 sancì la privatizzazione del settore televisivo, ponendo così fine al monopolio pubblico della Rai, dopo la battaglia di Peppo Sacchi che con Telebiella creò la prima rete televisiva privata in Italia.
__________________________________
Il Premio Biella Letteratura Industria è promosso da Città Studi Biella e finanziato dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Biella in partnership con l’Unione Industriale Biellese e in collaborazione con il Gruppo Giovani Imprenditori dell’Unione Industriale Biellese, l’Associazione l’Uomo e l’Arte, l’ATL di Biella, il Biella Jazz Club, Teatrando e la Società Dante Alighieri. Da quest’anno il Premio ha come partner i Rotary Club del Biellese. Il Premio è sponsorizzato dalla ditta Lauretana e della società di servizi Yukon. L’iniziativa rientra nella Settimana della Cultura di Impresa, manifestazione nazionale promossa da Confindustria.
Info
Segreteria di Città Studi Biella – Corso G. Pella 2b – 015 8551103/07
[email protected] – biellaletteraturaindustria.it – Facebook PremioBiella