Al giorno d’oggi, la possibilità di utilizzare il web e di rivolgersi a uno studio legale online permette a ognuno di noi di scegliere il proprio referente legale tra una rosa di candidati decisamente più ampia rispetto al passato. La scelta del rappresentante legale è fondamentale per l’esito del proprio caso specifico: il passaparola o il consulto di dottori legali scelti per questioni di amicizia o conoscenza non possono in alcun modo essere considerate valutazioni appropriate. Ecco allora 5 consigli per scegliere l’avvocato abbattendo il rischio di errore.
1. L’esperienza
Bisogna essere sinceri: non è facile affidarsi ad avvocati giovani e privi di esperienza. Il settore forense si basa su dinamiche complesse e piccoli dettagli possono sovvertire l’esito di una causa. L’esperienza è un fattore importantissimo da considerare nella scelta del proprio avvocato, soprattutto nel caso di questioni complesse. Su internet è possibile ricercare informazioni specifiche sui diversi avvocati, acquisendo informazioni importantissime nel guidare le proprie scelte. Basta digitare il nome del professionista su Google.
2. Specializzazione
Formalmente, non esistono differenze tra avvocati iscritti all’Ordine. Da un punto di vista delle competenze, invece, le differenze sono sostanziali: un civilista non possiede le stesse competenze di un penalista. Il diritto è una materia decisamente complessa ed è impensabile che un avvocato sia in possesso di conoscenze trasversali. Scegliere in relazione al proprio caso specifico è l’unica cosa sensata da fare.
3. Referenze
Una volta definita una rosa di candidati a svolgere il ruolo di rappresentante legale, è il momento di cercare referenze più dettagliate. Internet, come anticipato, è un fornitore eccellente di informazioni, ma non basta. Rivolgersi a persone di fiducia che operano nel settore, ad esempio, è un ottimo approccio alla scelta, così come mettersi in contatto con clienti che sono già stati assistiti dallo studio o dall’avvocato in questione.
4. Empatia
E poi occorre anche fidarsi del proprio istinto. Durante la consulenza, sarà inevitabile provare empatia o distacco nei confronti del proprio interlocutore: non bisogna mai trascurare i messaggi, anche inconsci, del proprio istinto.
5. Accessibilità
Se un avvocato tende a rimandare gli appuntamenti, a fare tardi o costringe a estenuanti attese in sala d’aspetto, potrebbe non essere il giusto rappresentante che fa al proprio caso. Il proprio legale deve essere una persona in grado di rendere accessibili le informazioni e di dimostrarsi a disposizione del proprio assistito. Se il contatto diretto risulta spesso complesso o problematico, è meglio guardarsi intorno e continuare a cercare il proprio avvocato altrove.