Una saga fantasy tra Torino e Canavese
Questo romanzo può essere letto da tutti, ma per il piemontese leggere Torino e il Canavese in filigrana è inevitabile
Sabato 28 aprile si è tenuta allo Zac! di Ivrea la presentazione del primo romanzo di Elenia T. Rizza, giovane scrittrice emergente del Canavese. Presentata dalla professoressa dell’Università degli studi di Torino, Iole Scamuzzi, l’autrice ha raccontato come sia riuscita a trasfigurare il territorio in cui è cresciuta e vissuta per farne l’ambientazione del suo libro di fantasia.
La trama prende il via a partire da una netta opposizione simbolica fra paese e città; se poi questi rappresentano rispettivamente quiete e caos, pace e guerra, affetti e tradimento, il principale anello di congiunzione risulta essere l’autobus. La rilevanza di questo mezzo di trasporto è palesata dalla scelta della stessa location per la presentazione: lo Zac! sorge infatti all’interno di una stazione, vero punto di snodo della vicenda romanzesca.
Qualcosa sfugge alla logica, ma l’autore, almeno per ora, rifiuta di spiegarlo
Ascoltando le letture del tardo pomeriggio si intuisce come il genere delinato dall’autrice sia di difficile definizione: giocando con il patto di rappresentazione la Rizza inizia delineando un contesto e dei personaggi realistici per poi stravolgere le attese dei presenti. La prof. Scamuzzi individua nel fantastico post moderno la zona di appartenenza di questo romanzo in cui non tutto si piega alla logica comune condivisa, ma molto viene volutamente lasciato inspiegato. Oltretutto l’autrice è poco visibile al suo interno, tanto che nonostante la narrazione sia in terza persona, leggendo il libro risulta molto facile immedesimarsi nei personaggi.
La parola interamente delegata al personaggio
La Rizza rivela di essersi imbattuta nell’errore della prima persona durante la prima revisione delle bozze, proprio perchè uno dei suoi obiettivi era quello di riuscire a coinvolgere il più possibile il lettore. Altri punti fermi risultano essere la ricerca della suspence e il mantenimento della curiosità, ingredienti che giudica irrinunciabili per realizzare un buon libro. Un dettaglio interessante è il fatto che non si sia affidata a schemi riassuntivi o schede personaggi; la storia, in tutta la sua complicazione, è sorta spontaneamente.
Quando hai iniziato a scrivere
Nell’ultima parte della presentazione l’autrice racconta come sia avvenuto il passaggio dal percorso di studi di comparatistica letteraria a quello parallelo dello scrittore. Ha cominciato a tenere un diario personale da bambina senza mai smettere di annotare i suoi pensieri, ma è solo grazie alla stesura della tesi di laurea magistrale che prova la soddisfazione di creare con le sue mani un’opera unica e originale.
Perchè il romanzo
Convinta sostenitrice dell’importanza della lettura, la Rizza chiude esaltando il romanzo quale luogo di incontro senza limiti: non bisogna infatti essere scienziati o laureati per rivedersi all’interno di un romanzo, poichè questo altro non è che il riflesso dell’intera umanità in tutte le sue sfaccettature e contraddizioni, aspetti positivi e negativi, eccessi e brutture che sono parte di ciascuno di noi.
Un dolce pensiero
A conclusione dell’evento, oltre alla possibilità di tornarsene a casa con una copia autografata, i presenti hanno potuto attingere da una cesta di dolci pensieri cucinati dall’autrice, muffin homemade per accompagnare quella che si augura una piacevole lettura. Muffin e libri, difficile non divorarli.
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