Crisi, servono misure urgenti… e bisogna imparare dal passato

L’intervento dei Governi tramite massicci piani di sostegno all’economia, si rendono sempre più necessari per fronteggiare la crisi. Gli Stati Uniti si stanno avviando verso questa strada, che è stata peraltro rallentata dall’appuntamento elettorale. L’Europa invece deve ancora arrivare al traguardo, perché al di là delle dichiarazioni ottimistiche, ci sono ancora delle forti resistenze interne.

Piano di sostegno contro la crisi

crisiPer contrastare la crisi, tutti i Paesi hanno avuto una sola strada: aumentare la spesa pubblica, il deficit di bilancio e quindi del debito pubblico. Cosa grave per alcuni Paesi, che già erano alle prese con livelli di indebitamento notevoli. Per questo molti osservatori sono giustamente preoccupati.

Infatti la situazione critica dei bilanci degli Stati, mal si concilia con la necessità di piani di sostegno all’economia. C’è il rischio, in sostanza, che per tenere in piedi questi ultimi vengano varati dei severi piani di di austerità. E allo stesso tempo, per ammorbidire questi ultimi, i piani di sostegno siano più modesti. Sarebbe un errore che già ha avuto un precedente passato.
Dopo l’ultima crisi infatti, le misure di rilancio troppo modeste hanno fatto sì che Giappone ed Europa abbiano marciato a ritmo debole di crescita economica. Peraltro, non c’è neppure stato un miglioramento nella riduzione del loro indebitamento.

Il circolo vizioso

Il fatto è che di fronte a una crisi finanziaria, il settore privato è spinto a risparmiare per via delle incertezze sul futuro, mentre i consumi e gli investimenti soffrono. Ne soffre la crescita economica, mentre l’eccedenza di risparmio spinge al ribasso i tassi di interesse e al rialzo i prezzi degli asset finanziari. Come sta accadendo adesso. Le Borse – tutte, dagli USA, al DAX al Ftse Mib – infatti evidenziano una galoppata che stride con la realtà economica vissuta dai cittadini.

Aggrappati al vaccino

Nell’attuale crisi, si può sperare anche nell’intervento di un vaccino che possa ridare fiducia e ottimismo. Basterebbe questo per incanalare l’eccesso di risparmio verso i consumi e gli investimenti, dando spinta vera alla crescita economica. Ma non si può star qui a scommettere su una soluzione provvidenziale, per cui i governi devono darsi da fare per sostenere attivamente l’economia. Bisogna creare resistenze e supporti solidi per il futuro. Evitando magari di alleggerire il Recovery Fund da 750 miliardi, per via dell’opposizione dei paesi frugali.