Il tema della sostenibilità continua a spingere con forza i green bond. Come è noto, queste obbligazioni sono prodotti finanziari pensati espressamente per finanziare iniziative che mettono in primo piano la sostenibilità ambientale.
Perché si diffondono le obbligazioni verdi
Da anni viene ormai sbandierato l’obiettivo della riduzione delle emissioni, per arrivare alla creazione di un pianeta più attento all’ambiente, così’ da porre un limite all’innalzamento delle temperature globali. Per questo motivo le obbligazioni verdi sono sempre più attenzionate da parte degli investitori, che in molti casi sono disposti a rinunciare a rendimenti elevati, pur di perseguire questo scopo ambientale.
Sotto questo aspetto, le obbligazioni verdi sono importantissime soprattutto per le imprese di piccole e medie dimensioni. Infatti la transizione energetica è un costo notevole per le aziende, e le realtà più piccole non hanno la possibilità di accedere ai mercati finanziari. Per questo poter fare affidamento sui prestiti per finanziare la loro strategia ambientale, diventa quasi una strada obbligata.
Il trend crescente dei green bond
Da quando avvenne il lancio delle prime emissioni, nel 2015, questo strumento ha conosciuto soltanto una fase di crescita, sia delle emissioni che dei market maker. Questa tendenza ha portato ad un nuovo record lo scorso anno, quando è stata superata quota 50 miliardi di dollari di emissioni.
L’intero mercato di questo tipo di obbligazioni è salito a circa 110 miliardi di dollari.
La tendenza evidenziata dagli indicatori di volume peraltro conferma la crescita anche in questo 2022, visto che dall’inizio dell’anno le obbligazioni verdi hanno vissuto emissioni nette per ulteriori 25 miliardi di dollari.
Previsioni rosee fino al 2023
Le dimensioni del mercato erano una delle preoccupazioni che accompagnò il lancio di questi prodotti. Ma negli ultimi anni le dimensioni sono cresciute, e si è venuto a creare un ampio universo di emittenti e obbligazioni verdi tra cui scegliere, senza alcun vincolo di capacità.
Per questo motivo si prevede che almeno fino al 2023, lo scenario continuerà ad essere favorevole. Al punto tale che si ipotizza di sfondare il muro dei 200 miliardi di dollari entro al fine del prossimo anno.