Nominato lo scorso gennaio come Presidente dell’ACEA, Luca de Meo ha portato avanti le istanze dei costruttori di auto europei chiedendo all’Ue maggiore supporto sul fronte della decarbonizzazione e soprattutto più libertà sulle tecnologie green.
Luca de Meo, le sfide per la crescita dell’automotive europeo
Flessione del mercato europeo, digitalizzazione, transizione ecologica, competitor in netto vantaggio sull’elettrico. Diverse e complesse le sfide che oggi l’industria europea dell’auto si trova a dover affrontare. Urgente il sostegno dell’Unione Europea, così come una maggiore libertà ai costruttori sulle tecnologie da utilizzare per ridurre le emissioni. È il messaggio lanciato in questi mesi da Luca de Meo, CEO di Renault Group. Originario di Milano, classe 1967, il manager conosce bene il settore grazie alle numerose esperienze in realtà quali Toyota, Fiat, Alfa Romeo, Audi, Seat e Cupra. Non a caso lo scorso gennaio è stato nominato Presidente dell’ACEA, l’associazione dei costruttori automobilistici europea. Per Luca de Meo il nemico comune è la CO2 e l’Europa ha il compito di portare avanti politiche che offrano il maggior supporto possibile agli sforzi dei costruttori alle prese con decarbonizzazione e trasformazione digitale.
Luca de Meo: normativa Euro 7 un autogol per l’industria europea
Ancora troppo timidi i tentativi dell’UE, ha ribadito più volte Luca de Meo. Ben vengano iniziative come la legge sulle materie prime critiche, pensata per garantire un approvvigionamento sostenibile e sicuro, ma si rende sempre più urgente un cambio di passo. In primis sulla normativa Euro 7, che secondo il Presidente dell’ACEA costringe i costruttori a dirottare gli investimenti ora concentrati sull’elettrico. Così facendo si avvantaggerebbero ulteriormente i competitor cinesi, che forti del know-how accumulato hanno iniziato ad aggredire il mercato europeo. C’è poi da affrontare la questione della neutralità tecnologica. In merito alle tecnologie da adottare per raggiungere i target sulle emissioni, Luca de Meo continua a chiedere all’Europa di lasciare maggiore spazio agli esperti. L’elettrico non è l’unica alternativa green al motore a combustione. Basti pensare infatti all’idrogeno o ancora agli E-fuel, tecnologie oggi già disponibili e che consentirebbero di tutelare l’occupazione del settore e puntare ad un maggiore equilibrio “tra ciò che è positivo per l’ambiente, ciò che è positivo per l’economia europea e ciò che è positivo per la società”.