Davide D’Arcangelo: rendere le città più sostenibili grazie all’innovazione

Davide D’Arcangelo è intervenuto come ospite al programma radiofonico “Io, Chiara e il green”. L’esperto di innovazione ha affrontato il tema dell’urbanizzazione delle città, proponendo un approccio alternativo e più amico dell’ambiente.

Davide D'Arcangelo

Davide D’Arcangelo: introdurre l’ingrediente dell’innovazione per ridurre le emissioni nelle città

L’innovazione può rivelarsi lo strumento più adatto per ridefinire le città in chiave digitale, così da modificare le abitudini delle persone e rendere meno disomogenea la loro distribuzione sul territorio, con conseguenze positive sull’ambiente. Il 55% della popolazione mondiale vive infatti nei centri urbani, i quali occupano però solo il 3% della superficie terrestre. Secondo Davide D’Arcangelo, facendo leva sull’innovazione si potrebbe avviare un processo di urbanizzazione più in sintonia con le funzioni residenziali e la sostenibilità ambientale. Tema sul quale l’Italia sembra essere indietro. “Con la nuova programmazione il PON Metro, finora limitato a finanziare la digitalizzazione delle 12 città metropolitane, sarà esteso anche alle città medie come i capoluoghi di provincia. Questo approccio alla digitalizzazione e al riutilizzo degli spazi nelle città potrebbe invertire il trend stimato dall’OCSE, come sta succedendo con il south working in alcune città americane”, ha sottolineato Davide D’Arcangelo, il quale si auspica che tale approccio venga presto esteso a tutte le principali città italiane.

Davide D’Arcangelo: possiamo ispirarci alle città in 15 minuti di Carlos Moreno

Per Davide D’Arcangelo, le città del futuro dovrebbero ispirarsi a quelle idealizzate dall’urbanista colombiano Carlos Moreno: “Città in 15 minuti, dove i servizi pubblici vengono ripensati in chiave digitale e la mobilità diventa anche non mobilità”. Luoghi in cui la sostenibilità diventa una prerogativa. Per arrivarci, bisogna però prima capire “cosa serve accentrare nelle città e cosa può essere promosso al di fuori”. Si potrebbe, ad esempio, pensare di adattare i borghi alle necessità della terza età pure attraverso servizi di telemedicina. In questo modo si contribuirebbe a decongestionare i centri urbani. Alcuni esempi in tal senso ci arrivano da grandi città come Barcellona, in cui il Distretto 22@ ha trasformato un’area industriale degradata in un quartiere dedicato alla tecnologia che ospita circa 7.000 aziende. Anche la Silicon Roundabout di Londra è un ottimo esempio di come la tecnologia e l’innovazione possano concorrere a riqualificare luoghi abbandonati. Nella Tech City londinese, ha evidenziato Davide D’Arcangelo, “le imprese digitali hanno attratto talenti e rigenerato il quartiere”.